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L’uovo dipinto: simbolo di rigenerazione e creatività attraverso i secoli

FolkNewsAPRILE2025

di Roberta Brivio

I primi frammenti di uova incise risalgono a circa 60.000 anni fa e sono state trovate dall'Howiesons Poort al Diepkloof Rock Shelter, Western Cape in Sud Africa.

Frammenti di uova di struzzo decorate sono la prima prova attendibile di quella che è una tradizione ancora oggi diffusa. Artefatti che mostrano il tramandare di una pratica simbolica che continua a ripetersi nelle diverse e molteplici varianti… insomma una costante nel tempo, anche se con funzioni e significati diversi.

Raffigurazioni lineari astratte erano realizzate su oggetti funzionali: gusci d’uovo utilizzati probabilmente come contenitori, che erano curati e coinvolti nella vita quotidiana dei cacciatori-raccoglitori. La produzione standardizzata di modelli ripetitivi, incluso il motivo di una banda tratteggiata, suggerisce un sistema di rappresentazione simbolica in cui le identità collettive e le espressioni individuali sono chiaramente comunicate, suggerendo basi sociali, culturali e cognitive che si sovrappongono a quelle delle persone moderne (fonte).

In tempi più vicini, anche se ancora lontani, ritroviamo la tradizione della decorazione delle uova durante i festeggiamenti per l’equinozio di primavera nella cultura Persiana come in quella Egiziana, Greca e Cinese

Un capitolo a parte merita l’antica tradizione Ucraina della Pysanka ovvero l’uovo pasquale dipinto a mano con disegni folcloristici tradizionali, pratica diffusa anche in altri paesi dell’est europa discendenti dai Persiani ai quali si deve - sembra - l’origine di questa tradizione.
Sul territorio dell'Ucraina sono state trovate uova di culto nelle sepolture degli Sciti, nella Crimea orientale (IV secolo a.C.). Le prime uova di Pasqua trovate sul territorio di Rus di Kyiv risalgono ai secoli XI-XIII. Erano modelli di uova in argilla, decorati con vetrina. Queste uova di Pasqua erano vuote e venivano usate come sonagli (fonte).
L'usanza cristiana delle uova di Pasqua è iniziata tra i primi cristiani del Medio Oriente, che macchiarono le uova con la colorazione rossa «in ricordo del sangue di Cristo, versato alla sua crocifissione».
In realtà un’altra leggenda vuole che quando Maria Maddalena andò dai discepoli per annunciargli la Resurrezione di Cristo, questi non credettero alle sue parole. Si narra che Pietro le disse: “Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse” e, per miracolo, le uova che Maria Maddalena recava nel suo cestino diventarono rosse (fonte).

È nel periodo medioevale che si inizia a bollire oltre che colorare le uova; questo per un motivo molto pratico oltre che simbolico e religioso. Infatti nel periodo Pasquale è usanza per i Cristiani la pratica della quaresima, nella quale si digiuna dal mercoledì delle ceneri al  Venerdì Santo. 
Durante il digiuno prende piede quindi l’usanza di cuocere le uova per conservarle più a lungo e di scambiarsele come gradito dono. Le uova di Pasqua venivano bollite, avvolte con foglie e fiori, per essere poi colorate in maniera naturale con dei toni dorati.
Sempre nel Medioevo i contadini erano soliti consegnare parte delle uova ai loro feudatari come pagamento dell’affitto. Le uova rimanenti venivano benedette e colorarle serviva proprio per distinguerle dalle uova non consacrate.
Tra i nobili e gli aristocratici entrò in voga regalarsi, sempre in occasione della Pasqua, uova artificiali decorate finemente e realizzate (o rivestite) con metalli preziosi come argento, platino o oro.
Nel 1883 l’orafo Peter Carl Fabergé creò, per conto dello Zar come dono alla zarina Maria, il primo uovo Fabergé: un uovo in platino smaltato di bianco contenente un altro uovo fatto d’oro, il quale conteneva a sua volta due doni. La notorietà di questo uovo contribuì a diffondere l’idea di inserire un dono all’interno dell'uovo. In seguito forse grazie a questa idea, nacque anche l’uovo di cioccolato che viene regalato oggi a Pasqua contenente una sorpresa.

Oggi, le uova dipinte sono parte delle celebrazioni pasquali e di altre festività in molte parti del mondo. La loro bellezza e il loro significato continuano ad ispirare artisti, artigiani e persone di tutte le età mantenendo viva una tradizione che ha attraversato i secoli e portando con sé un messaggio di speranza e rinascita per le generazioni a venire.
Le persone usano una vastissima varietà di tecniche, tra cui la pittura, il decoupage e la decorazione con decalcomanie per creare uova dipinte uniche e creative.

Di seguito riportiamo due tecniche: uno tradizionale usato nel nostro paese e il link di un laboratorio di una comunità Ucraina di Bergamo che ha portato la loro tradizione nella nostra città e che vogliamo condividere con voi.

 

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Colorare le uova in modo naturale
 

Tingere le uova con coloranti naturali, ottenuti ad esempio dalla buccia delle cipolle, dal cavolo rosso, dalla barbabietola è una tradizione antichissima.
Il procedimento è sempre lo stesso: bollire le uova in acqua satura di un determinato ingrediente da cui vogliamo prendere il colore.
Prendere un pentolino riempirlo di acqua e dell’ingrediente del quale vogliamo prendere il colore e due cucchiai di aceto. Si porta a bollore l’acqua, si cuoce l’uovo per 5 minuti, si spegne il fuoco e si lascia raffreddare l’uovo nell’acqua colorata il tempo necessario per fargli assorbire il colore desiderato (da un paio di ore fino ad una notte intera).
Ovviamente le uova bianche assorbiranno il colore in modo più neutro rispetto all’uovo.

 

Cosa usare per colorare le uova sode in modo naturale
●    Buccia di cipolla rossa e bionda: uova sode arancioni/gialle.
●    Curcuma in polvere: uova sode arancioni.
●    Cavolo viola: uova sode viola/rosse.
●    Spinaci: uova sode verdi.
●    Mirtilli: uova sode azzurro/blu.
●    Caffè in polvere: uova sode marroni.
●    Vino rosso: uova sode rosse.

 

Consiglio: se pensi di utilizzare le uova colorate o dipinte per decorare l'albero di Pasqua, è meglio svuotarle prima di colorarle. Senza il contenuto, le uova diventano più leggere e sono molto più facili da appendere (fonte).
 

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