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Raduno regionale - Cunardo 2024
Il racconto de La Tradizion di Grosio

FolkNewsOTTOBRE2024

di Marusca Rodolfi

Parto a raccontarvi questa giornata di festa dalla fine, con la consegna degli attestati da parte del nostro nuovo Presidente regionale FITP Francesco Gatto: uno per la partecipazione e l’altro come gruppo folk più lontano.
Eh già perché, tra la strada trafficata, un incidente e l’emozione di arrivare, il viaggio ci è sembrato veramente molto lungo.

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Cunardo è un paesino di circa tremila persone in provincia di Varese posto ad un’altezza di 450 m s.l.m., incastonato tra quattro bellissime vallate del varesotto.
Qui risiedono i nostri amici storici del Gruppo folcloristico “I Tencitt” che, con l’impegnativa organizzazione di questo 18esimo Raduno dei gruppo folk lombardi con a capo il loro giovane presidente Mirko Barili, ci hanno permesso di festeggiare tutti insieme il loro 45esimo anniversario della fondazione avvenuta grazie al Signor Angelo Morisi.

 

Ricordo il suo volto già da quand’ero piccola e l’ho sempre associato a “I Tencitt” e poi ricordo le foto della premiazione nel 2009 come “Padre del Folklore” e nel 2016 gli articoli sul meritato “Oscar del Folklore”.

Una piccola curiosità sul nome del gruppo “I Tencitt” è la doppia valenza di significato: una ci ricorderebbe i Tintori che filavano e tingevano le stoffe invece l’altra, tramandata dalle donne anziane del paese, ci racconterebbe di vecchi libri tenuti dai negozianti di persone che non pagavano subito e si facevano segnare i conti.

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Il raduno 

20 luglio 2024: una giornata caldissima dove il protagonista indiscusso è stato un bellissimo sol leone direi meglio della pioggia ovviamente.
Sapete, per indossare il costume tradizionale ci vuole il fisico e spirito di sacrificio, ma è anche vero che con le ampie gonne di panno, calzettoni di lana e pellicce varie i nostri avi hanno sempre detto che quello che ripara dal freddo ripara anche dal caldo.

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Con questa perla di saggezza, parto dal ritrovo del pomeriggio presso la Baita del Fondista ed essendo anche il 37esimo Festival del Folklore alcuni di noi, nell’attesa dell’arrivo di tutti i gruppi, si sono divertiti a ballare accompagnati dalla fisarmonica di Giampaolo del Gruppo Arlecchino (dal 1949) di Bergamo e a rilasciare interviste al gruppo dei giovani di FITP Lombardia con la simpatica e “improvvisata” giornalista Elisa del gruppo Bosini di Varese.


Il suono delle campane ci ha accompagnato al Parco Formentano dove si è tenuta la S. Messa presieduta dal Don Francesco Donghi, come sempre un bel momento di unione, pace e fratellanza.

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Congedati tutti i gruppi con la Benedizione finale e affidandoci alla protezione del Signore e, in particolare, al patrono del paese Sant’Abbondio ed alla patrona della musica Santa Cecilia, ci siamo messi in cammino in una lunga sfilata per le vie del paese composta dalle Autorità della FITP, il gruppo ospitante de “I Tencitt” seguiti da ben altri 16 gruppi folkloristici. 


Meritano di essere elencati: due rappresentanti di Riccia, i Mamutzones con corna e pellicce con campane e campanelli provenienti dalla Sardegna, Arlecchino Bergamasco Folk, la tipica maschera Brighella e la Torre Campanaria, Caporales San Simon Sucre - delegazione boliviana che risiede a Bergamo - , noi del gruppo folk La Tradizion fondato intorno al 1920 a Grosio, in Valtellina, i mantovani del gruppo Tsambal, il Gruppo Folklorico Orobico di Bergamo, I Picett del Grenta dalla provincia di Lecco, I Gioppini di Bergamo, I Vilan, i Bosini di Varese, I Bej di Erba, Caporales San Simon Cochabamba, il Gruppo Folkloristico Arlecchino (1949) ed infine i Sem chi Insci cui Scusaritt che mi hanno fatto molto divertire con le loro canzoni teatralizzate.
 

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Rientrati presso il tendone della Baita del Fondista, abbiamo cenato tutti insieme, in un clima festaiolo di canti e musica.
Si sono susseguite le esibizioni di alcuni gruppi partecipanti applauditi da un caloroso e attento pubblico; un tripudio di musica, fisarmoniche, salti, costumi meravigliosi dai più luccicanti ai più antichi e quelli coloratissimi, balli, canti, momenti teatrali, ricordi ed amicizie ritrovate.


Quello che mi è piaciuto tantissimo è stato anche il dietro le quinte dello spettacolo, dove ci sono stati scambi di numeri di telefono, di abbracci e di sorrisi, non so come spiegarlo, uno dovrebbe provarlo almeno una volta nella vita, se fai parte di un gruppo folk quelli degli altri gruppi sono già amici, fratelli che condividono la stessa passione per le tradizioni e le radici del nostro Paese, che se poi andiamo a vedere dalla Lombardia, alla Sardegna, alla Puglia o all’Alto Adige deriviamo tutti dalla terra, origini contadine che ci accomunano tutti.

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Credo e spero di parlare a nome di tutti i gruppi coinvolti in questa meravigliosa giornata che il sentimento più forte, oltre all’amicizia e la pace, è quello di gratitudine per l’invito e l’impegno di chi ha organizzato questo bellissimo evento e ci ha speso risorse e tempo prezioso.


Il nostro viaggio di ritorno ci è sembrato più corto: facce stanche e accaldate, ma anime ricche di felicità e nuovi incontri.

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