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Ruralia. Un museo tutto da scoprire

FolkNewsAPRILE2025

di Otello Castiglioni

Un bel sole di marzo è un viatico straordinario per accedere al Museo Ruralia di Osio Sotto. Mi aspetta una guida eccezionale: Guido Armanni (GA) mio antico presidente in AdD Aria di Danze, e, in questo caso, volontario del museo.

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(OC): “Ciao Guido raccontami di Ruralia!”             

 

(GA): “Benvenuto. Ruralia è un progetto dell’associazione Territorio civiltà dei Mestieri nata intorno al 2013 con lo scopo principale di non far dimenticare ai cittadini la società rurale (contadina e artigiana) sviluppatesi tra il 1800 e il 1950.  Da lì in poi la storia sociale si sviluppò diversamente: nel Nord-Ovest italiano si formò il triangolo industriale di Torino-Milano-Genova, che fu protagonista di una fortissima industrializzazione nei settori meccanico, metallurgico, chimico e automobilistico a discapito del mondo contadino preesistente. Noi ci siamo impegnati ad una azione di recupero: ad andare in giro per Osio Sotto casa per casa dai contadini, prima di tutto, per cercare attrezzi, attrezzature varie e tutto quello che concerne tutto il materiale che loro usavano per seminare i campi, per arare.”                          

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(OC): “Un recupero storico del mondo come fu celebrato nel film “l’albero degli zoccoli?”


(GA): “Si! Noi avevamo già nelle nostre piazze proposto rappresentazioni storiche di trebbiatura, di frumento e sgranatura del mais. Un momento di alto impatto emotivo era far vedere come lavoravano una volta, con dei macchinari assurdi, grandissimi, per far uscire fuori le balle di paglia.
Di questo lavoro di ricerca dobbiamo dare il merito all'amico Franco Ciocca che si è speso tantissimo per ottenere ciò che ora vedete. Purtroppo è morto nel 2020 per il Covid e questo museo è dedicato a lui.
Al momento al museo c'è poco o nulla della Civiltà Contadina.

Questo che vedi è il primo Lotto dedicato alle botteghe. Un secondo lotto è già finanziato e entro la fine del 2026 verrà ricreata la casa dei contadini con una sorta di cortile dove metteremo tutti i macchinari che riusciremo a far stare negli spazi predisposti.
Ma ora camminiamo all'interno del museo. Il museo è composto da due parti: piano terra e piano sopra,
Nel piano terra possiamo vedere, ricostruite sui ricordi personali o su disegni originali, svariate botteghe di una volta. Tutte con il loro corrispondente termine bergamasco.
Ci sono le botteghe del sellaio e del falegname; c'è il barbiere e il sarto: c'è il fabbro e Il materassaio, il calzolaio, il ramaio e il norcino. E tutto quello che si vede nella bottega sono tutti gli attrezzi, sono originali donati dalle famiglie del territorio. 

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Ma non c’è solo passato. La modernità di questo museo è la multimedialità.
Sempre qui al piano terra esiste uno schermo gigante su una parete dove si possono proiettare qualsiasi tipo di filmati. Abbiamo fatto tanti eventi dalla proiezione del filmato sul bombardamento della Dalmine nel 1945-44 ma anche la presentazione del libro "L'ultimo volo", di Ivano Ceribelli; per non parlare dei corsi dell'Università della Terza Età. Tempo fa il nostro museo ha ospitato un incontro dedicato ai giovani sul tema dell'intelligenza artificiale.
Da non dimenticare una cosa che ci riguarda come co-organizzatori di Osio Folk. Il primo maggio ci sarà l’anteprima. Si ballerà proprio sul piazzale davanti al museo. I musicisti saranno il polistrumentista Dino Tron (fisarmonica, organetto, fifre, cornamuse occitane) e Manuel Lerda (Ghironda, Organetto, Cornamusa).
Come vedi Ruralia è un eclettico polo culturale. Nel nostro mondo passato e presente si mischiano!”

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(OC): “Che tipo di visitatori avete?”

(GA): “Il museo è aperto al pubblico tutte le domeniche dalle 15 alle 18 e le scolaresche su prenotazione. Soprattutto con loro abbiamo avuto una risposta al di fuori di ogni previsione. Siamo rimasti sorpresi nel vedere quanto studenti e studentesse abbiano apprezzato la nostra esperienza e si siano divertiti moltissimo. Ruralia è davvero un luogo magico, capace di conquistare e coinvolgere persone di tutte le età.
Proseguiamo nel giro. La cosa geniale di questo edificio è il soffitto dove incollando migliaia di foto di personaggi o spazi del nostro paese abbiamo creato un mosaico che riproduce luoghi intorno all’edificio comunale.
Le pareti del piano superiore invece sono una sequenza di momenti storici che vanno dalla vecchia filanda (fine 1800) al 1950 passando per la prima guerra mondiale, Fascismo e Resistenza. Vediamole con calma…”


(OC): “Mi sono accorto però che non mi hai ancora parlato dei touch screens e come mai Ruralia si chiama così.”


(GA): “Dei touch screens ne parleremo a suo tempo. Di Ruralia: so che c’è una bella composizione di ErnÅ‘ Dohnányi : Ruralia hungarica for orchestra Op. 32b (1923/24)  Ma il nostro pensiero è stato: RURALIA: Gira la storia, un ponte tra passato e presente.”
Una voce nota, il Marino conosciuto poc’anzi ci blocca: “Alt! Guido fermati. È ora di chiudere.”


(GA) “Di già?”
Marino: “Si. Siete rimasti solo voi due.”
(OC): “Continueremo un’altra volta. E visto che vi siete spesi molto per me, posso offrirvi un aperitivo in piazza?”
(GA): “Certo che si ! Andiamo.”

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Tutte le foto sono di Guido Armanni che ne autorizza la pubblicazione.

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